A. C. 750-A
Grazie Presidente, noi siamo qui oggi a discutere di un decreto che avete voluto incredibilmente chiamare, con una buona dose di ipocrisia, decreto per la gestione dei flussi migratori. Iniziamo allora col fare un'operazione di verità. Chiamiamo le cose per quello che sono, chiamiamole col loro nome. Questo non è un decreto per la gestione dei flussi migratori, questo è un decreto contro le ONG o, ancora meglio, questo è un decreto contro i salvataggi in mare, punto.
Con un decreto scarno, di poche righe, un decretino, direi, producete un danno tanto immenso quanto inutile a migliaia di esseri umani: donne, uomini e bambini disperati, che scappano dalla guerra, dalle persecuzioni, dalla fame, dalla povertà, dalle catastrofi ambientali. Donne, uomini e bambini che non sono numeri da contabilizzare come fate voi, ma donne, uomini e bambini con un nome e un cognome, un volto, una famiglia, affetti, esseri umani, individui, ognuno diverso dall'altro, ognuno con la propria storia personale, ma tutti accomunati da esperienze drammatiche: da deprivazioni, da sofferenza, spesso dall'aver subito violenze indicibili, che siano quelle in mezzo al deserto lontano dagli occhi di tutti o quelle nei lager libici molto più vicino a noi ma che ci si sforza sempre di non vedere, con molte responsabilità anche della comunità internazionale. Esseri umani così disperati che affrontano tutti i rischi del mare aperto, dell'ignoto e lo fanno su imbarcazioni fatiscenti e inadeguate, così disperati da mettere le proprie vite e quella dei propri figli piccoli nelle mani di trafficanti, criminali e scafisti senza scrupoli. E voi, di fronte a tutto questo, ci venite a raccontare la storiella che la presenza di qualche nave delle ONG in mezzo al mare, puntini isolati in mezzo al Mediterraneo, rappresenterebbe un pull factor, cioè un elemento che favorirebbe le partenze. Ma avete capito le forze che ci sono in campo? Vi è chiaro che qui il punto non è quello che attira il vostro ipotetico pull factor, ma quello che spinge, cioè il push factor, come è stato efficacemente definito in una delle belle audizioni che abbiamo fatto in Commissione? Non capite che la disperazione e la necessità di trovare un futuro accettabile siano motori più forti di tutto? Altro che qualche normetta che si inventa un Governo di turno. E la dimostrazione di ciò è che dopo questo decreto sono aumentati gli sbarchi, perché sono altri i motivi che spingono a partire o non partire. E poi quello che sostenete non sta nemmeno in piedi leggendo i numeri: le ONG nel Mediterraneo recuperano e salvano dal mare circa l'11 per cento del totale delle persone che arrivano; tante, importanti, anche una sola è importante, ma l'11 per cento. Salvano molte più persone le motovedette della Guardia costiera italiana, per capirci, a cui dobbiamo dire grazie per il lavoro straordinario che fa ogni giorno, mentre circa la metà delle persone arriva sulle coste italiane autonomamente, con i cosiddetti barchini. E di fronte a tutto questo, anche a questi numeri, voi ve la prendete con le ONG, cioè ve la prendete con chi con mezzi propri si sacrifica e mette a rischio la propria vita in mezzo al mare in burrasca per salvare tutte le vite possibili? Cioè ve la prendete con chi fa il lavoro che dovrebbe fare lo Stato o ancora meglio che dovrebbero fare tutti gli Stati europei insieme. Sapete perché ci sono le ONG in mare? Perché non ci sono gli Stati, ecco perché ci sono le ONG. Voi con questo decreto pensate di fare un danno agli scafisti? Mi sembra chiaro che non sappiate nemmeno di cosa state parlando oppure lo sapete benissimo e state facendo solo propaganda, ma attenzione, una propaganda che in questo caso non si esaurisce nel prossimo talk show televisivo, questa è una propaganda pericolosa che causerà inutilmente altro dolore e altre morti. Ve la ricordate la strage di Lampedusa dell'ottobre del 2013?
Vi ricordate quel naufragio in cui morirono 368 persone e vi ricordate l'emozione che provocò? Ecco, sappiate che da quel giorno, poco più di 9 anni fa, fino a oggi sono morte in mare, nel Mediterraneo, altre 25.000 persone - 25.000! - 25.000 donne, uomini e bambini; 25.000, un numero che dobbiamo scolpirci nella testa e nelle nostre coscienze, un numero che ci dovrebbe far vergognare.
Vi stanno veramente a cuore le vite da salvare dei disperati che sfidano la morte in mare? Allora, mettete in campo un sistema di soccorso in mare italiano o spingete per averne uno europeo; non andate, insieme ai vostri amici di altri Paesi, in Europa a chiedere di costruire muri, ma andate a chiedere che vengano messe le navi in mare.
Ma perché fate questo decreto, mi chiedo. Perché, con questo decreto, volete, ad esempio, impedire di fatto che le ONG – e, mi raccomando, solo le ONG - che hanno fatto un salvataggio possano soccorrere altre imbarcazioni, quando invece potrebbero farlo senza problemi per alcuno. Perché improvvisamente vi sta così a cuore la salute dei naufraghi salvati, tanto da imporre al capitano della nave di chiedere immediatamente un porto sicuro e di doverlo raggiungere senza il minimo ritardo? Ma, scusate, non eravate mica voi quelli dei porti chiusi? Non eravate mica voi quelli del “se vanno da un'altra parte, è meglio”?
Allora, ci sono due possibilità: o vi siete ravveduti sulla via di Damasco – e, sinceramente, su questo ho qualche dubbio, ma, nel caso, fatecelo sapere -, oppure è solo una scusa, meschina, per tenere in mare il meno possibile le navi di soccorso e per mettere una regola che sapete benissimo che nessun comandante potrà rispettare se viene avvisato di altre vite in pericolo in quella zona di mare. E sapete perché non la potrà rispettare (oltre che non la vorrà rispettare)? Perché è contro ogni regola, ogni norma, nazionale e internazionale, dal momento che è contro le convenzioni internazionali sottoscritte dall'Italia e da tutti i Paesi occidentali, e non solo: perché è contro la legge morale che dovrebbe - e dico, dovrebbe - essere dentro ognuno di noi.
Continuate a ripetere - l'ho ascoltato anche ieri, nel dibattito sulla fiducia - che il decreto è stato fatto nel pieno rispetto delle norme di diritto internazionale ed europeo; mi dispiace, ma è falso, è assolutamente falso.
E, poi, vi voglio chiedere: perché mettete regole impraticabili nel concreto, come quella dell'obbligo di raccogliere già a bordo i dati dai migranti per la richiesta di protezione internazionale, quando è del tutto evidente che sia impossibile? Pensate che sia una gita di piacere quella su una barca di soccorso, dove ci sono persone che stavano per morire in mare? E, allora, perché lo fate? Semplice, perché volete trovare tutti i modi per poter sanzionare il capitano e l'armatore, e, soprattutto, per poter mettere il blocco amministrativo alla nave, e, se ci riuscite, pure a confiscarla, cioè a toglierla di mezzo, cioè a non far salvare altre vite umane.
Questo decreto inizia già a fare acqua, perché c'è già una sentenza del tribunale di Catania che lo smentisce e lo smentisce in maniera netta, in alcune delle sue parti; e voi provate anche a far passare tutto questo - l'ho ascoltato anche poco fa - come la necessità di stabilire un codice di condotta per le ONG, come se fossero dei ragazzini discoli da mettere in riga. Beh, si sappia che non è vero che serve un codice di condotta, per un motivo semplice: perché c'è già; perché c'è già oggi; ci sono già oggi le norme di legge, precise e chiare, che prevedono, ad esempio, che le operazioni di soccorso vengano immediatamente comunicate al centro di coordinamento per il soccorso marittimo e allo Stato di bandiera della nave e che le operazioni vengano condotte nel rispetto rigoroso delle indicazioni alla competente autorità. Come potete constatare, si tratta di regole molto stringenti, assolutamente sufficienti, tanto che alcune di quelle norme le avete pedissequamente ripetute in questo decreto per far finta che le avete messe voi.
Ma quello che dimostra, più di qualunque altra cosa, tutta la malafede di questo decreto è la differenza tra quello che avete scritto con una mano e quello che state facendo con l'altra. Con una mano, fate un decreto in cui fingete di preoccuparvi delle condizioni delle persone salvate in mare, per giustificare l'immediatezza del raggiungimento del porto, ma poi, con l'altra mano, mandate le stesse navi e gli stessi naufraghi nei porti lontani, il più lontano possibile.
Qui c'è una contraddizione insuperabile tra le dichiarazioni a favore di telecamere e i fatti, ma, soprattutto, qui si chiarisce la grandissima ipocrisia scritta nero su bianco in questo decreto.
Chiudo, Presidente. Diciamola così, siete partiti ripetendo allo sfinimento che avreste fatto il blocco navale contro gli scafisti, cosa che sapevate impossibile, e siete arrivati a cercare di bloccare le navi che fanno soccorso in mare e salvano le vite. Vi faremmo i complimenti, se avessimo voglia di scherzare, ma qui non c'è niente da scherzare.
La verità di fondo - e concludo - è una sola: a voi non interessa quanti partono; a voi interessa solo quanti arrivano, perché per voi la tentazione di speculare sui fenomeni migratori per prendere qualche voto in più è troppo forte, non c'è niente da fare; peccato che qui ci sia in ballo la vita di migliaia di donne, uomini e bambini. Fateci un piacere: almeno per una volta, non dimenticatevelo e fermatevi, finché siete in tempo.